La normativa europea sulla commercializzazione di prodotti a base di CBD parla molto chiaro: un Paese membro non può attuare il divieto di vendita del cannabidiolo prodotto legalmente in un altro Stato membro, nel momento in cui questo viene estratto nella sua interezza dalla pianta di Cannabis sativa, e non solamente da quelli che sono fibre e semi. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha prodotto risultati sorprendenti per questa sostanza dalle mille proprietà benefiche, e come sarà possibile approfondire leggendo questo articolo, dove vengono elencati i benefici dell’olio al cannabidiolo. Questo non poteva portare che a una sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea precisa e ben delineata. Vediamo insieme nel dettaglio cosa è stato stabilito.
Commercializzazione CBD: la sentenza europea
Era da tempo che si attendeva l’intervento dell’Unione Europea a regolamentare la commercializzazione dei prodotti a base di CBD. In questo verdetto si precisa che il diritto comunitario ha sostanzialmente la precedenza su quello che è il diritto nazionale dei singoli Paesi membri, anche se sono previste delle eccezioni in questo ambito. Un divieto infatti, potrebbe essere giustificato solamente da un obiettivo, ovvero quello della tutela della salute pubblica.
Questo significa anche però, che le misure prese in questa direzione non potranno eccedere oltre il necessario per il raggiungimento dell’obiettivo stesso. L’intervento della Corte di Giustizia Europea si è reso necessario in seguito ad un preciso avvenimento. In Francia infatti, due imprenditori si sono visti multare per una somma di 10.000 euro e condannati ad una pena di 18 e 15 mesi di reclusione, solamente per aver messo in commercio una sigaretta elettronica che conteneva appunto un liquido a base di CBD.
Anche se la pena è stata sospesa con condizionale, oggettivamente la punizione era apparsa eccessiva in molti ambienti. Questo è avvenuto perché la Francia vieta l’importazione di prodotti derivati dalla canapa oltre alla fibra e ai semi. Il giudice però si è interrogato circa la conformità della normativa francese rispetto a quanto dettato dall’Unione Europea, dal momento che agendo in questa maniera sostanzialmente vietava la commercializzazione di derivati CBD legalmente prodotti in altri Paesi Membri. Ma il processo, come detto, è arrivato fino alla Corte di Giustizia europea.
Normativa europea commercializzazione CBD
La recente sentenza della Corte di Giustizia europea ha escluso che il CBD possa essere considerato come uno stupefacente. Per arrivare a questa conclusione, la Corte ha spiegato che quei soggetti che commercializzano appunto stupefacenti, non hanno la possibilità di avvalersi della libera circolazione di merci, proprio perché la commercializzazione è vietata in ogni Stato Membro. Questo ovviamente con l’eccezione del commercio controllato con finalità mediche o scientifiche.
In parole povere, il divieto di commercializzazione di prodotti a base di CBD, è in contrasto con le norme che vietano restrizioni sulle importazioni. La Corte però, ha fatto un ulteriore precisazione, ovvero che una normativa come quella francese potrebbe essere giustificata solamente per uno tra i motivi di interesse generale elencati nell’art.36 TFUE. Si parla di motivazioni legate alla tutela di quella che è la salute pubblica. Qualsiasi misura però, deve anche essere proporzionata e finalizzata solamente per questo obiettivo.
Sempre secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea, il giudice nazionale ha il compito di valutare qualsiasi dato scientifico così da potersi assicurare che il rischio per la salute pubblica sia reale, e che al contrario non si fondi solamente su considerazioni di natura ipotetica. In parole povere, senza un motivo realmente fondato, porre delle restrizioni sulla commercializzazione di prodotti a base di CBD importati da altri Paesi membri rischia di essere sostanzialmente un reato.
Le conseguenze della sentenza
L’effetto della sentenza della Corte di Giustizia europea in merito alla commercializzazione di prodotti a base di CBD ricadrà inevitabilmente su tutta l’Unione Europea. E questo effetto domino arriverà ovviamente a colpire anche l’Italia, con una conseguente maggiore ed effettiva liberalizzazione del mercato. Questo non significa che la questione sia definitivamente risolta, perché la sentenza in questo caso fa riferimento ad un preciso ambito, ovvero al commercio di sigarette elettroniche prodotte in Repubblica Ceca.
Questo non comporta però che non sia stato posto l’accento su un preciso punto, ovvero che il CBD non può essere considerato come uno stupefacente. Molto probabilmente quindi, le ricadute potrebbero arrivare anche al Novel Food e le relative applicazioni in Europa. Il processo infatti, era stato sottoposto ad un blocco proprio perché l’Unione Europea aveva precedentemente comunicato che il CBD probabilmente poteva essere considerato come uno stupefacente.
Prodotti a base di CBD e sicurezza: un requisito imprescindibile.
Nonostante una situazione legislativa oggettivamente caotica, dove non passa giorno senza che qualche normativa ribalti quanto stabilito in precedenza, il mercato dei prodotti a base di CBD è comunque in crescita. I negozi che si occupano della loro commercializzazione, sia di tipo tradizionale che gli shop online, negli ultimi anni sono aumentati a dismisura. Questo chiaramente ha portato ad una concorrenza non sempre leale, dove alcuni operatori del settore operano in maniera trasparente e pulita, e altri meno.
Per quanto riguarda la prima categoria ci sentiamo di poter menzionare Justbob.it. Si tratta di un e-commerce specializzato in grado di garantire una scelta davvero molto ampia di prodotti, quindi di soddisfare pienamente esigenze differenti. In pochi anni questo shop è stato in grado di diventare un vero e proprio punto di riferimento per tutto il settore, e il successo di mercato lo conferma. Ma tra i punti forti di Justbob non troviamo solamente la qualità dei prodotti a base di CBD e la certezza di una filiera sicura.
Copywriter e SEO Specialist dal 2012. Appassionato di web marketing inizia a creare i primi siti web nel 2010. Nel 2017 decide di fondare il blog Mnews.it per il quale si occupa di realizzare guide all’acquisto su qualsiasi tipo di prodotti.