La produzione musicale può essere distinta e articolata in tre fasi differenti: la pre-produzione, la produzione vera e propria e la post-produzione. Parlando di pre-produzione, si fa riferimento a un momento che precede l’ingresso in studio: si tratta di una fase in cui devono essere posti in evidenza i punti di forza e i punti deboli di un brano. Vengono discussi, quindi, i fattori che hanno a che fare con l’arrangiamento e con la composizione, così come la scelta degli strumenti, senza dimenticare gli effetti. Può accadere che prima della pre-produzione sia già arrivata a conclusione la scrittura del testo e della melodia vocale delle parti cantate: così si procede facendo in modo che la musica si adatti alle parole. Nulla vieta, in ogni caso, di rivisitare sia la melodia che il testo in base alla strumentale, il che si verifica più tra le band che non tra i cantautori.
La pre-produzione
Ad ogni modo, è proprio nella pre-produzione che vengono delineate quasi tutte le scelte compositive e stilistiche: questo implica che si parla della fase più complicata e al tempo stesso più delicata, non esente da discussioni e confronti tra i musicisti. Come si può intuire, in questi momenti è indispensabile la massima abilità nel far sì che le divergenze siano sublimate e si trasformino in idee musicali interessanti, in vista di una coesione ottimale. La pre-produzione è una fase che si prolunga nel tempo, anche perché i musicisti decidono di registrarsi per avere l’opportunità di ascoltarsi di nuovo, per confrontarsi e per verificare le diverse idee. In questa fase, in genere, viene registrato un demo, che sarà utile per un confronto con i tecnici del suono, a meno che gli aspetti tecnici non siano curati direttamente dal produttore. Il demo fino a qualche tempo fa era assimilato al prodotto conclusivo, una sorta di punto di arrivo: oggi non è più così.
Come si svolge la produzione musicale
Prima di entrare in studio e di dedicarsi alla produzione musicale è necessario sapere quali strumenti dovranno essere utilizzati e in che modo li si dovrà adoperare. Ciò non toglie che in un secondo momento vi sarà spazio per la sperimentazione, ma è indispensabile entrare con le idee ben chiare in studio. Una volta che ci si è sistemati in studio, è molto importante cercare di rispettare con la massima professionalità il piano di lavoro: in genere si comincia con il tracking. Dopo che la batteria è stata assestata e accordata, si può registrare la sezione ritmida. La regola vale anche nel caso in cui l’inclusione del batterista non sia prevista: vorrà dire che si inizierà con le parti di drum machine, per poi proseguire con i bassi e arrivare agli strumenti che rappresentano la struttura portante dei brani.
L’editing
Un passaggio molto importante per la produzione musicale è il cosiddetto editing, vale a dire la fase nella quale il produttore o il tecnico del suono si dedicano alla pulizia delle tracce. L’allineamento alla griglia temporale della DAW della waveform è uno dei parametri oggettivi che incidono sul perfezionamento della performance, ma non è il solo aspetto a cui si deve far riferimento, anche perché non è detto che un’esecuzione impeccabile dal punto di vista tecnico sia sempre da preferire rispetto a una che, magari, è più imperfetta ma anche più sentita e autentica. Le operazioni di flex-time e di flex-pitch che possono essere richieste da un editing audio avanzato possono essere piuttosto consistenti; è importante, inoltre, scegliere con la massima attenzione la frequenza di campionamento.
Copywriter e SEO Specialist dal 2012. Appassionato di web marketing inizia a creare i primi siti web nel 2010. Nel 2017 decide di fondare il blog Mnews.it per il quale si occupa di realizzare guide all’acquisto su qualsiasi tipo di prodotti.