Scegliere la migliore soluzione per impermeabilizzare il tetto consente di prevenire tutti i problemi di infiltrazioni che possono essere provocati dalle precipitazioni e, in generale, dagli agenti atmosferici: problemi che si rivelano fastidiosi non solo nell’immediato, ma che se non vengono risolti in maniera appropriata possono provocare alle strutture dei danni permanenti. Nella maggior parte dei casi, le infiltrazioni nascono per colpa di uno strato di copertura impermeabilizzante non adeguato: e ciò vuol dire che la scelta dell’impermeabilizzazione è molto importante, non solo per le nuove costruzioni ma anche nel caso di strutture già esistenti.
Lo scopo è quello di evitare che l’acqua giunga negli strati sottostanti: per questo motivo l’impermeabilizzante deve essere collocato prima del rivestimento superiore e dopo l’isolante termico, il quale a sua volta è posizionato dopo il massetto pendente e la barriera anti-vapore, nel caso in cui essa sia presente.
Le caratteristiche prestazionali
Nel momento in cui si pensa all’impermeabilizzazione tetto, è necessario tenere presenti le sollecitazioni di natura fisica e dinamica a cui le strutture che devono essere impermeabilizzate sono sottoposte: basti pensare ai balconi e ai terrazzi, ma anche alle coperture. Proprio per questa ragione lo strato impermeabilizzante a cui si ricorre non si deve limitare ad assicurare la necessaria impermeabilità, come è ovvio che sia, ma deve anche essere in grado di rendere la struttura più longeva. Ciò vuol dire assecondare la struttura nelle sue deformazioni, per usufruire di caratteristiche prestazionali di eccellenza.
Nel momento in cui si lavora su edifici già esistenti, è importante controllare le condizioni di conservazione dei supporti su cui si dovrà lavorare: in pratica, si tratta di verificare le resistenze meccaniche del massetto e della pavimentazione, ma anche di accertare le pendenze corrette e di scoprire se sono presenti eventuali avvallamenti. Solo a questo punto, tenendo in considerazione gli esiti delle verifiche che sono state effettuate, ci si può dedicare alla scelta del tipo di intervento da effettuare e dell’impermeabilizzante da usare. Le opzioni a disposizione sono diverse: la sovrapposizione con la pavimentazione già esistente è un’alternativa rispetto alla rimozione della pavimentazione stessa, ma una terza opportunità consiste nella demolizione totale della pavimentazione e del massetto in vista del successivo ripristino.
L’importanza della posa
Uno degli aspetti che richiedono una particolare cura è la posa, che nelle impermeabilizzazioni si rivela molto più importante che in tutti gli altri settori: essa, tra l’altro, deve assicurare la continuità in tutti i punti critici, come per esempio i giunti, gli scarichi, gli attacchi della ringhiera e i raccordi tra orizzontale e verticale. Se si opera su edifici già esistenti, non si può fare a meno di tenere conto delle caratteristiche di partenza dello strato e del manufatto su cui si interviene, valutando in particolare la tipologia di incollaggio.
Esistono, infatti, delle membrane che possono essere incollate completamente sullo strato sottostante, e in questa eventualità è necessario agire su massetti immuni da ritiro, cioè stagionati. Con l’incollaggio a fiamma, d’altro canto, ci si deve preoccupare di controllare che il getto di calore non danneggi il materiale sottostante. Le soluzioni che possono essere adottate per rendere le coperture impermeabili non sono poche: le membrane prefabbricate bituminose sono le più diffuse, apprezzate non solo per la loro resistenza meccanica, ma anche per il loro spessore elevato. Di solito sono disponibili in commercio sotto forma di rotoli.
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