Anche per via di una delle peggiori crisi economiche della storia, che per certi versi non è ancora terminata (specialmente in Italia), in anni recenti si è diffuso sempre di più l’esercizio professionale in forma di studio associato, per qualsiasi tipo di professionisti: da studi associati di contabilità e consulenza fiscale, a studi eterogenei che uniscono medici, commercialisti e psicologi.
La costituzione di un ente di questo genere è però ancora piuttosto sconosciuta, un vero peccato visti i diversi vantaggi che derivano da un’Associazione professionale di questo genere. Mettendo da parte i soliti (e leciti) dubbi sull’associarsi o meno e con chi, un’attività professionale gestita da uno Studio Associato permette ai liberi professionisti che ne fanno parte di ripartire i costi dello studio professionale in cui prestano servizio, di gestire meglio gli incarichi ma anche più semplicemente di disporre di diverse skills e professionalità, che quindi vanno a puntare su un maggior numero di potenziali clienti.
Professionisti, per lo più giovani, come ingegneri, medici, consulenti, notai, avvocati e architetti potrebbero sicuramente trovare tanta convenienza nell’iniziare o continuare il loro mestiere unendosi ad altri giovani colleghi per dare avvio a un servizio completo, ripartendosi il lavoro, condividendo mezzi e strumenti e via dicendo.
Ma come si costituisce uno studio associato?
La nascita di uno studio associato
Naturalmente se il libero professionista è un notaio, un consulente fiscale o un commercialista ha la fortuna di sapere già come procedere, in quanto a conoscenza di tutti i vincoli burocratici e tributari. Altre tipologie di liberi professionisti però potrebbero riscontrare non poche difficoltà, senza sapere come muoversi.
La costituzione di un’Associazione di questo genere può avvenire in due modi:
- Con atto pubblico, comunicato agli ordini professionali competenti se tra gli associati sono presenti dei professionisti che sono iscritti a un qualche Albo;
- Con scrittura privata, autenticata da un notaio.
Quando lo studio associato è stato costituito, va aperta la Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate del territorio in cui ha sede lo Studio Associato, oppure affidandosi ad un intermediario competente che provvede all’apertura della Partita Iva per via telematica.
A livello fiscale, il reddito di uno Studio Associato non viene classificato come reddito di impresa, dal momento che l’organizzazione professionale si costituisce unendo l’attività professionale e intellettuale di due o più liberi professionisti: è per questo considerato sempre lavoro autonomo.
Il funzionamento di uno studio associato
Il rapporto professionale tra i professionisti membri e i loro clienti è comunque individuale, e si regola formalmente con un contratto o anche una più semplice lettera d’incarico che va a definire l’esatto tipo di prestazione che il cliente richiede allo studio, nonché i diritti e i doveri sia del cliente che del professionista. Ovviamente, l’esecuzione della prestazione avviene mediante l’impiego di persone legate allo studio, siano essi soci o collaboratori assunti.
Lo studio percepisce tutte le entrate e i compensi dell’attività professionale, e in seguito le quote di partecipazione agli utili sono proporzionate al valore dei conferimenti degli associati, qualora non risultino diversamente determinate dall’atto costitutivo.
Come detto, lo studio associato determina in autonomia il suo reddito, e non è soggetto direttamente alle imposte dirette: infatti, il reddito prodotto dall’Associazione è tassato dall’IRPEF sui singoli soci, mentre lo studio intero è soggetto alle imposte dell’IRAP – Imposta Regionale sulle Attività Produttive.
Sullo studio associato si applicano poi gli studi di settore, che sono uno strumento di accertamento il quale mira a calcolare i ricavi presunti di ogni singola attività professionale o impresa tramite un metodo informatizzato e statistico che raccoglie dati contabili ed extracontabili.
Copywriter e SEO Specialist dal 2012. Appassionato di web marketing inizia a creare i primi siti web nel 2010. Nel 2017 decide di fondare il blog Mnews.it per il quale si occupa di realizzare guide all’acquisto su qualsiasi tipo di prodotti.