Vi ricordate lo shopping che si faceva alla vecchia maniera? Lo struscio per le vie centrali guardando le vetrine scintillanti, i capi da provare nei camerini affollati, le trattative per avere uno sconto. Se avevate bisogno di un trolley andavate alla ricerca del modello giusto, lo provavate fra differenti modelli e magari eravate pronti a farvi dare un consiglio dal commesso. Quello stesso commesso che vi conosceva da anni e sapeva trovare il prodotto corrispondente al vostro gusto. Qualche minuto dopo completavate la transazione, cash o carta di credito e ve ne andavate a casa felici e contenti, senza aver perso troppo tempo e aver aspettato in coda. Voi avevate acquistato proprio quello che vi aspettavate perchè il commesso o il proprietario del negozio vi conosceva e conosceva i vostri gusti e aspettative.
Al giorno d’oggi quel negozio non esiste più, o forse è entrato a far parte di una catena piú grande, potenzialmente uno dei migliaia di “store” partner di Amazon o di altri colossi che servono milioni di consumatori in tutto il mondo. Quella transazione amichevole è stata sostituita da un servizio impersonale online. I negozi elettronici stanno piano piano soppiantando quelli fisici. Offrono sì la possibilità di risparmiare, di confrontare il prezzo in pochi secondi, ma spesso il consumatore è frustrato per la mancanza di quella umanità che era alla base del commercio di una volta.
Si tratta di un’opportunità sprecata per i rivenditori. I consumatori ancora hanno voglia di vivere “un’esperienza” quando fanno acquisti. Vogliono eccitazione, spontaneità, emozione e magari guardare negli occhi coloro che gli vendono una merce oppure un servizio.
I negozianti devono capire questa lezione e sfruttare uno dei loro asset più importanti – il loro negozio fisico ed il personale che ci lavora. Bisogna ricreare la magia che c’era una volta, fatta di intesa e simpatia e rendere il negozio il centro dell’esperienza dello shopping. Si deve trovare un modo per servire il cliente personalizzando le sue esigenze. In cambio si ottiene la felicità dei consumatori che lasciano lo store felici di aver vissuto un’esperienza positiva. Una cosa del genere non fa che legare in maniera positiva il marchio aziendale all’ acquirente.
In realtà è abbastanza semplice realizzare tutto ciò, la tecnica ha un nome, si chiama “Clienteling”. Con i progressi della tecnologia mobile è infatti ora possibile legare in maniera empatica i clienti al proprio brand o negozio fisico. Giusto per fare un esempio, uno dei marchi che applica questo concetto è Apple che nonostante abbia un’efficiente store online, non manca di fidelizzare gli utenti attraversi i suoi negozi fisici. La casa di Cupertino genera poche vendite nei negozi su strada, ma fa “branding” e “clienteling”.
Autel per sfruttare questa tendenza ha creato SHOPPING ASSISTANT, un software che affianca il commesso nella gestione della vendita. Il catalogo dei prodotti presenti nel punto vendita può essere agevolmente consultato con il tablet o smartphone. Il commesso può restituire in pochi istanti la disponibilità dei prodotti in base alle caratteristiche, taglie, colori, metterli nel carrello e finalizzare l’acquisto in negozio, senza abbandonare mai il cliente.
Copywriter e SEO Specialist dal 2012. Appassionato di web marketing inizia a creare i primi siti web nel 2010. Nel 2017 decide di fondare il blog Mnews.it per il quale si occupa di realizzare guide all’acquisto su qualsiasi tipo di prodotti.