Si terrà dal 10 al 14 maggio l’edizione 2018 del Salone del Libro di Torino, chiamato a ripetere il successo ottenuto lo scorso anno. Il numero di biglietti staccati nel 2017, infatti, è stato nettamente superiore a quello delle presente del 2016: più di 140mila ingressi al Lingotto, a cui è necessario aggiungere le oltre 25mila persone che hanno preso parte agli eventi del Salone Off. Ciò vuol dire che tra il 2016 e il 2017 c’è stata una crescita di circa 38mila partecipanti, che rappresenta una piacevole sfida in vista dell’edizione della prossima primavera. Va detto, però, che nel 2016 era stato il Lingotto a ospitare tutta la manifestazione.
Come è andata lo scorso anno
Nel 2017 il Salone del libro Torino ha fatto registrare la clamorosa assenza dei grandi gruppi editoriali, primo tra tutti Mondadori, che in ogni caso sono stati invitati dal direttore Nicola Lagioia a intervenire a Librolandia 2018. Per loro l’accoglienza sarà sempre a braccia aperte, anche perché – come ha sottolineato lo stesso Lagioia – il mondo dell’editoria ha bisogno del loro contributo e delle loro idee. La decisione di organizzare il nuovo Salone nei primi cinque giorni della seconda decade di maggio è stata ben ponderata ed è il frutto di una scelta forte e importante: per fortuna si eviterà la coincidenza – che ha assunto tutte le sembianze di uno scontro – con un evento fin troppo simile come Tempo di Libri, organizzato a Milano.
Nel 2017 la sfida a distanza tra la kermesse piemontese e quella lombarda ha visto vincere Torino (e anche per questo motivo nel 2018 Tempo di Libri è stato spostato dalla fiera di Rho verso il centro del capoluogo meneghino). Le previsioni più funeree che avevano preannunciato la fine del Salone del Libro, pertanto, sono state smentite. Una vittoria schiacciante, che ha indotto Milano ad abbandonare la competizione: come se ci fosse bisogno di competizione nel settore, per altro.
Il rapporto tra il Salone e Torino
L’insegnamento che si può trarre dalla kermesse dello scorso anno in vista del 2018 e degli appuntamenti del futuro è che Torino ha dimostrato nei confronti del Salone del Libro un grande affetto, un sentimento che non può essere ignorato. Al tempo stesso, si è capito che la politica commette un errore nel momento in cui impone dall’alto delle decisioni che mettono in difficoltà gli editori: e se già nel 2017 si è assistito a treni di persone provenienti da Milano desiderosi di far parte della folla del Lingotto, quest’anno, senza Tempo di Libri, lo scenario si prospetta ancora più roseo, complici i collegamenti ferroviari sempre più comodi e veloci.
Una comunità di lettori
Come nei mesi passati ha avuto modo di far notare Mario Montalcini, il vicepresidente del Salone, insieme con Lagioia, la manifestazione è riuscita a creare una vera e propria comunità di lettori, che ormai trova ogni anno a Torino un appuntamento fisso da vivere in serenità e da condividere. Una cinque giorni all’insegna della qualità più elevata, che anche nel 2018 si proporrà come un momento in cui apprezzare il piacere di ritrovarsi insieme e di farsi coinvolgere dalla stessa idea di cultura. Ecco perché il Salone è motivo di orgoglio sia in Italia che all’estero, dove molti connazionali finalmente hanno la possibilità di essere fieri di qualcosa che funziona nella loro terra natale e di vantarsene. Il successo del 2017 sarà ripetuto anche il prossimo mese di maggio? Tutti gli indizi fanno ipotizzare una risposta affermativa, ma le variabili in gioco sono numerose: meglio non lasciarsi andare a facili entusiasmi.
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